L’umiltà e il disprezzo di se stessi

Ruscello che scorre in un bosco in autunno

“Se tu sapessi quanto Mi piace l’umiltà! L’umiltà è la pianta più piccola che si potesse trovare, ma i suoi rami sono così alti, che giungono fino al Cielo, serpeggiano intorno al mio trono e penetrano fin dentro al mio Cuore. La piccola pianta è l’umiltà, i rami che somministra questa pianta è la confidenza, sicché non si può dare ( cioè non ci può essere) vera umiltà senza confidenza: l’umiltà senza confidenza è virtù falsa”.
(Gesù a Luisa Piccarreta, Luisa Piccarreta – Libro di cielo – Volume 2 – 3 aprile 1899)

L’umiltà è la sicurezza dei favori celesti. L’umiltà veste l’anima d’una sicurezza tale, in modo che le astuzie del nemico non vi penetrano dentro. L’umiltà mette in salvo tutte le grazie celesti, tanto, che dove veggo l’umiltà, abbondantemente faccio scorrere qualunque specie di favori celesti. Perciò non voler disturbarti per questo, ma con occhio semplice guarda sempre nel tuo interno se sei investita della bella umiltà e di tutto il resto non curarti di niente”.
Poi mi ha fatto vedere molte persone religiose e, tra queste, sacerdoti anche di santa vita; ma, per quanto buoni fossero, non vi era in loro quello spirito di semplicità nel credere alle tante grazie ed ai tanti diversi modi che il Signore tiene con le anime. E Gesù mi ha detto:
“Io mi comunico sia agli umili che ai semplici, perché subito danno credenza alle mie grazie e le tengono in gran conto, sebbene fossero ignoranti e poveri. Ma con questi altri che tu vedi, Io sono molto restio, perché il primo passo che avvicina l’anima a Me è la credenza; onde avviene di questi tali, che con tutta la loro scienza e dottrina ed anche santità, non provano mai un raggio di luce celeste, cioè, camminano per la via naturale e mai giungono a toccare neppure per un tantino ciò che è soprannaturale. Eccoti pure la causa perché nel corso della mia vita mortale non ci fu neppure un dotto, un sacerdo- te, un potente nel mio seguito, ma tutti ignoranti e di bassa condizione, perché più umili e semplici ed anche più facili a fare dei grandi sacrifizi per Me”.
(Luisa Piccarreta – Libro di cielo – Volume 2 – 19 maggio 1899)

“Il disprezzo di te stessa allora è lodevole quando è ben investito dallo spirito della fede; ma quando non è investito dallo spirito di fede, invece di farti bene ti potrà nuocere, perché vedendoti quale tu sei, che non puoi fare niente di bene, sconfiderai, rimarrai abbattuta, senza fidarti di dare un passo nella via del bene. Ma appoggiandoti a Me, cioè investendoti dallo spirito di fede, verrai a conoscere e disprezzare te ed insieme a conoscere Me, confidandoti di tutto poter operare coll’aiuto mio, ed ecco che facendo in questo modo, camminerai secondo la verità”.
Quanto bene ha fatto all’anima mia questo parlare di Gesù! Ho compreso che devo entrare nel mio nulla e conoscere chi sono io, ma non devo lì fermarmi, ma, subito dopo conosciuta me stessa, devo volare nel mare immenso di Dio e lì fermarmi ad attingere tutte le grazie che bisognano all’anima mia; altrimenti la natura resta infiacchita ed il demonio cercherà mezzi come gettarla nella sconfidenza. Sia benedetto sempre il Signore, e tutto a gloria sua sempre sia!
(Gesù a Luisa Piccarreta, Luisa Piccarreta – Libro di cielo – Volume 2 – 26 maggio 1899)

Il mio dolcissimo Gesù questa mattina mi ha voluto far toccare con le proprie mani il mio nulla. Nell’atto che si è fatto vedere, le prime parole che mi ha indirizzato sono state: “Chi sono Io e chi sei tu?”
In queste due parole vidi due luci immense: in una comprendevo Dio, nell’altra vedevo la mia miseria, il mio nulla. Mi vedevo non essere altro che un’ombra, come quell’ombra che fa il sole nell’irradiare la terra, che dipende dal sole, che passando per essa ad altri punti, l’ombra finisce d’esistere fuori del suo splendore. Così l’ombra mia, cioè il mio essere, dipende dal mistico Sole Iddio, che in un semplice istante può disfare quest’ombra. Che dire poi, come ho deformato quest’ombra che il Signore mi ha dato, non essendo neppure mia? Fa orrore a pensarlo: puzzolente, putrida, tutta verminosa, eppure in questo stato così orrido, ero costretta a stare innanzi ad un Dio sì Santo! Oh, come sarei stata contenta se mi fosse [stato] dato [di potermi] nascondere nei più cupi abissi!
Dopo ciò Gesù mi ha detto: “Il favore più grande che posso fare ad un’anima, è il farle conoscere se stessa. La conoscenza di sé e la conoscenza di Dio, vanno [di] pari passo: per quanto conoscerai te stessa, altrettanto conoscerai Dio. L’anima che ha conosciuto se stessa, vedendosi che da sé non può niente operare di bene, quest’ombra del suo essere la trasforma in Dio e ne avviene che in Dio fa tutte le sue operazioni. Succede che l’anima sta in Dio e cammina presso di Lui, senza guardare, senza investigare, senza parlare; in una parola, come morta, perché conoscendo a fondo il suo nulla non ardisce di fare niente da sé, ma ciecamente segue il tiro delle operazioni del Verbo”.
A me sembra che all’anima che conosce sé stessa, succede come a quelle persone che vanno in vapore, che, mentre passano da un punto all’altro, senza fare un passo da se stesse, fanno dei lunghi viaggi, ma tutto ciò in virtù del vapore che le trasporta. Così l’anima, mettendosi in Dio, come le persone in vapore, fa dei sublimi voli nella via della perfezione, ma conoscendo appieno che non [è] essa, ma [è] in virtù di quel Dio benedetto che la porta in Sé. Oh, come il Signore favorisce, arricchisce, concede le grazie più grandi, sapendo che non a sé, ma tutto a Lui attribuisce! O anima che conosci te stessa, quanto tu sei fortunata!
(Luisa Piccarreta – Libro di cielo – Volume 2 – 2 giugno 1899)

“Se fai scomparire te stessa, non farai mai peccati”.
(Gesù a Luisa Piccarreta, Luisa Piccarreta – Libro di cielo – Volume 2 – 19 giugno 1899)

“Quanto più ti annienterai e conoscerai il tuo nulla, tanto più la mia Umanità, spiccando raggi di luce, ti comunicherà le mie virtù”.
Io Gli ho detto: “Signore, sono tanto cattiva e brutta che faccio orrore a me stessa, che sarà innanzi a Voi?”.
E Gesù: “Se tu sei brutta, sono Io che ti posso rendere bella”.
(Gesù a Luisa Piccarreta, Luisa Piccarreta – Libro di cielo – Volume 2 – 7 agosto 1899)



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