Il valore della sofferenza

Temporale in arrivo su una pianura

“Guarda un poco: una è la croce, ma di vari legni fu formata detta croce; ciò vuol dire che uno è il Cielo, ma vari posti questo Cielo contiene, più o meno gloriosi; ed a misura delle sofferenze sofferte quaggiù, più o meno pesanti, saranno distribuiti questi posti. Oh, se tutti conoscessero la preziosità del patire, farebbero a gara a chi più volesse patire! Ma questa scienza, dal mondo non viene conosciuta; perciò aborriscono tutto ciò che può renderli più ricchi in eterno”.
(Gesù a Luisa Piccarreta, Luisa Piccarreta – Libro di cielo – Volume 2 – 31 marzo 1899)

“La croce dispone l’anima alla pazienza. La croce apre il Cielo ed unisce insieme Cielo e terra, cioè, Dio e l’anima. La virtù della croce è potente e quando entra in un’anima, ha la virtù di togliere la ruggine di tutte le cose terrene, non solo, ma le dà la noia, il fastidio, il disprezzo delle cose della terra ed invece, poi, le rende il sapore, il gradimento delle cose celesti; ma da pochi viene riconosciuta la virtù della croce, perciò [molti] la disprezzano”.
(Gesù a Luisa Piccarreta, Luisa Piccarreta – Libro di cielo – Volume 2 – 16 maggio 1899)

“La croce comunica tale uno splendore all’anima, da renderla trasparente; e siccome quando un oggetto è trasparente [gli] si può dare tutti quei colori che si vogliono, così la croce, con la sua luce dà tutti i lineamenti e forme più belle che mai si possa immaginare, non solo dagli altri, ma anche dall’anima stessa che li prova. Oltre di ciò, in un oggetto trasparente subito si scopre la polvere, le piccole macchie ed anche l’adombramento. Tale è la croce; siccome rende l’anima trasparente, subito fa scoprire all’anima i piccoli difetti, le minime imperfezioni, tanto che non c’è mano maestra più abile della croce a fare [in modo] che tenga l’anima preparata per renderla degna abitazione del Dio del Cielo”. Chi può dire ciò che ho compreso della croce e quanto è da invidiare l’anima che la possiede?
(Gesù a Luisa Piccarreta, Luisa Piccarreta – Libro di cielo – Volume 2 – 22 luglio 1899)

Questa mattina, il mio adorabile Gesù è venuto in un aspetto tutto ammirabile e misterioso. Portava una catena al collo, pendente su tutto il petto; da una parte si vedeva come un arco, dall’altra parte della catena come un turcasso (leggi: custodia per frecce), pieno di pietre preziose e di gemme, che dava un ornamento dei più belli al petto del mio dolce Gesù, e con una lancia in mano. Mentre stava in questo aspetto mi ha detto:
“La vita umana è un giuoco; chi gioca [con] il piacere, chi [con] il denaro e chi [con] la propria vita, e tanti altri giuochi che fanno. Anch’Io Mi diletto di giocare con le anime; ma quali sono questi scherzi che faccio? Sono le croci che invio; se le ricevono con rassegnazione e me ne ringraziano, Io Mi ricreo e scherzo con loro, compiacendomi immensamente, ricevendone grande onore e gloria ed a loro faccio fare dei più grandi acquisti”.
Nell’atto di dire ciò, ha incominciato a toccarmi con la lancia; dall’arco e dal turcasso, già tutte quelle pietre preziose che dentro conteneva, uscivano fuori e si cambiavano in tanti croci e saette che ferivano le creature. Certune, ma in numero scarsissimo, ne gioivano, se le baciavano e Lo ringraziavano e venivano a formare un giuoco con Gesù; altri poi le prendevano e le gettavano in faccia a Gesù. Oh, come ne restava afflitto Gesù e che gran perdita facevano quelle anime! Poi Gesù ha soggiunto:
“Questa è la sete che gridai sulla croce, che non potendo dissetarla allora interamente, Mi compiaccio di continuare a dissetarla nelle anime dei miei cari che soffrono. Quindi, soffrendo, vieni a dare un ristoro alla mia sete”.
(Gesù a Luisa Piccarreta, Luisa Piccarreta – Libro di cielo – Volume 2 – 28 luglio 1899)

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