Le anime vittime

Questa mattina Gesù ha voluto rinnovare le pene della crocifissione. Prima mi ha trasportato fuori di me stessa, sopra d’un monte e mi ha domandato se volessi crocifiggermi, ed io: “Sì, Gesù mio, non altro bramo che la croce”.
Mentre così dicevo, si è presentata una croce grandissima e sopra di essa mi ha disteso e con le sue proprie mani mi in- chiodava. Che pene atroci soffrivo nel sentirmi trapassare le mani e piedi da quei chiodi, che, per giunta, erano spuntati e che per farli penetrare si stentava e si soffriva molto! Ma con Gesù riusciva tutto tollerabile. Dopo che ha compiuto di crocifiggermi, mi ha detto:
“Figlia mia, Me ne servo di te per poter continuare la mia Passione. Siccome il mio Corpo glorificato non può essere capace di più soffrire, onde venendo in te, Me ne avvalgo del tuo corpo come Me ne avvalsi del mio nel corso della mia vita mortale, per poter continuare a soffrire la mia Passione e così poterti offrire vittima vivente, innanzi alla Divina Giustizia, di riparazione e di propiziazione”.
(Luisa Piccarreta – Libro di Cielo – Volume 2 – 9 luglio 1899)


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